Molti di noi si stanno interrogando sul futuro dell’automotive, un settore che sembra ingessato e costretto da delle dinamiche produttive appartenente più al fordismo che alla Crowd Economy. Ma siamo nel 2016 e tendiamo al 2020: qualcosa deve necessariamente cambiare.

Questo grafico ci mostra quello che è successo al settore automotive, in termini di unità di vendita negli ultimi 15 anni, con uno stallo nelle produzione e vendita nel 2016.

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In realtà il discorso è molto più complesso. Senza entrare maggiormente nel dettaglio di numeri, fatturato e quote di mercato, vorremo analizzare questo ampio ed importante settore da un punto di vista strategico, con un pizzico di lungimiranza, o visionary se preferite. Ecco come vorremo immaginarci lo scenario automitive nel 2030, circoscritto al settore moto.

Immagina, puoi

Immaginiamo che la società liquida di Bauman ci abbia ormai lavati e risciacquati, che l’individuo voglia manifestare tutta la sua identità e personalità, in ogni luogo ed oggetto che possiede. Immaginiamo catene di montaggio legate sempre a dinamiche di larga scala per ammortizzare i costi che decidono, ad esempio, di proporre sul mercato un modello base/standard di Ducati Scrambler con alcune varianti di motorizzazioni e colori.

Immaginiamo una customizzazione ufficiale, offerta dalla casa produttrice, con prodotti originali e realizzati dal brand stesso, che potranno essere acquistati oppure stampati in 3D – acquistandone magari il progetto. Immaginiamo una customizzazione che personalizzi esteticamente il 70% della moto ed il 40% dell’auto. Immaginiamo progetti e personalizzazioni opensource, condivisi con l’azienda produttrice, commercializzati anche nell’e-commerce ufficiale del brand, come già accade nell’App Store.

Ci immaginiamo tante aziende come Local Motors: aziende che sviluppano auto secondo i principi dell’open source collaboration e in solo 8 mesi dal progetto passano alla produzione ed alla consegna del prodotto.

Parola d’ordine: personalizzazione

La tendenza, anche molto attuale, è una forte personalizzazione del prodotto, sia esso uno smartphone (tramite una cover ad esempio) che un auto o una moto. Alcuni brand negli anni sono stati pionieri involontari di questa tendenza: ad esempio le Harley Davidson, le auto Turing, il settore delle auto d’epoca – pensiamo alle Citroen 2cv, alle Fiat 500 o al Volkswagen Maggiolino – ed hanno sviluppato mercati importanti, paralleli e indipendenti dal brand, che se solo fossero stati pianificati avrebbero potuto aiutare il brand a diversificare l’investimento.

La diversificazione è un altro tema importante. In un mercato interconnesso, globale e fondato sempre più sul valore, e non sul costo, una lotta al prezzo diventa inutile e controproducente. La personalizzazione, o customizzazione, è la manifestazione della nostra personalità: è un tatuaggio che facciamo sulla moto, è un taglio di capelli che facciamo alla nostra auto. Tutto questo racconta di noi, del nostro io.

È questo che le persone vogliono: vogliono manifestare la loro identità in modo univoco, assieme e ad altri 7 miliardi di persone. Pensate alla standardizzazione stilistica alla quale siamo arrivati nell’ultimo anno relativamente ai SUV: Volvo, Jaguar e Audi. Auto che costano abbondantemente sopra i 70 mila euro e che hanno una linea stilistica molto simile.

La domanda che ci facciamo è: ma davvero vogliamo adeguarci ad uno stile standardizzato oppure semplicemente stiamo acquistando quello che le case produttrici immettono sul mercato per ottimizzare le loro catene produttive?

audi q7
suv jaguar
volvoxc90

Ovviamente una risposta non ce l’abbiamo, ma da buoni visionari quali siamo la stiamo cercando: uno, perché siamo curiosi, due perchè oggi non possiamo offrire ai nostri clienti le soluzioni per il 2016, ma dobbiamo – e ci richiedono – soluzioni per il 2017 e 2018. Qualcuno già per il 2020.

Pensiamo che il settore automitive compreso quello delle moto, molto ingessato e fermo sulle sue enormi posizioni necessiti di una smossa: o dall’interno o quella che inevitabilmente arriverà dall’esterno. Nuove economie, Crowdsourcing, stampanti 3D, self drive ed IoT (Internet of Things) saranno i temi caldi ed attuali dei prossimi 5 anni.

Tesla, Uber con i taxi senza autisti, Volvo con l’auto assistant. Sono solo alcuni esempi di quello che sarà il futuro. Ma crediamo che il vero plus, immediatamente tangibile, sia la forte personalizzazione e customizzazione di auto e moto. Intravediamo una rivoluzione trasversale che saprà trasformassi in fatturato per quelle aziende, piccole o grandi, che sapranno inglobare ed integrare il ramo custom nel loro business model.

Ma la vera provocazione, se pensiamo al 2050, è: tra 35 anni vorremo ancora possedere un auto? Oppure vorremo solo noleggiarla? Vorremo dedicare del tempo magari alle classic car o bike come accade ormai da anni negli stati uniti. Forse si, nessuno lo può sapere. Noi comunque nel dubbio abbiamo una vecchia Lambretta Innocenti 125 D del 1954 in ufficio. Magari il prossimo anno avremo una bella Scarmbler BMW: lo mettiamo a budget per il 2017 😉

Post by Filippo – Marketing Hero

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