Design Thinking

Arrivo due minuti fa” è questo il titolo del workshop di Design Thinking che si terrà a Lo-Studio il prossimo 10 Settembre. Sarà una giornata in cui l’unica condizione per partecipare sarà la disponibilità a mettersi in gioco. Al materiale di progettazione pensiamo noi. Carta, post-it, colori, mattoncini Lego.

Il mood della giornata: Thinking

Capita nella vita di voler fare qualcosa e ritrovarsi a fare altro. Una situazione più comune di quanto si creda. Così accade spesso a chi si avvicina al Design come percorso di studi prima e come professione poi, di trovarsi spesso ad applicare competenze e conoscenze di progettazione nelle relazioni; più raramente a celebrare i successi personali di forma e funzione. Lo scenario industriale è cambiato qualitativamente con scarse possibilità di ritorno al passato. Il cambio di paradigma ha introdotto la possibilità di essere designer in quanto fruitori di un servizio. Da questo punto di vista siamo tutti autodidatti.

La giornata si dividerà in un primo momento introduttivo, durante il quale si prefigureranno gli scenari progettuali. Adriano Toccafondi e Angelo Minisci introdurranno il Design Thinking e il Service Design. Saranno proiettate slide descrittive, che saranno fruibili alla fine del workshop. Saranno i libri e gli oggetti non comuni a rappresentare le basi per un ragionamento critico sui temi del cambiamento, la tecnica, la responsabilità, il design dei servizi, l’economia dei territori, la libera professione e le altre forme giuridiche per fare impresa vivendo il cambiamento da protagonisti.

Design Thinking

In uno scenario che celebra l’affermazione del sé sulla base del possesso di prodotti che individuano e appagano desideri artificiali, esiste tuttavia una prospettiva che riesce a focalizzare la produzione di valore in uno scambio vantaggioso reciproco (fruitore ed erogante). Dove questa condizione riesce a realizzarsi spesso si sono poste le basi di un approccio di progettazione partecipata che sposta l’attenzione da una soluzione esclusivamente tecnologica ad uno scenario di coinvolgimento delle persone dentro al progetto. Creare valore da una piattaforma digitale è più complesso di quanto possa sembrare.

Per comprendere i presupposti necessari che portano al successo serve conoscere le dinamiche delle decisioni consapevoli. Prendere decisioni è scontato, farlo con lo scopo di facilitare un cambiamento personale o della comunità ci mette nell’ottica di diventare o confermare la nostra condizione di designer. La piattaforma digitale rappresenta solo una delle soluzioni possibili della tecnica, non è tanto importante capire il mezzo (app, totem, dispositivi digitali, internet delle cose) ma piuttosto riuscire a dare un nuovo messaggio di valore.

La speranza di un cambiamento ci sfiora più volte in una giornata, di per sé è un sentire nobile perché tende ad un miglioramento, ma senza coraggio la speranza resta vana. Per cambiare serve coraggio. Capiremo insieme cosa significa essere coraggiosi. La differenza con la pazzia. Come agire. Concetti non banali. Le reazioni di rifiuto più comuni sono descritte da tre verbi: fuggire, combattere, immobilizzare (sé stessi). L’alternativa è accettare il cambiamento, farlo proprio per ribaltare il disagio in opportunità.

Ma cos’è il Design Thinking?

Il Design Thinking è un approccio, o in inglese mindset. È un tendere ad applicarsi nella ricerca di soluzioni creative che facilitano il cambiamento perché riescono a portare innovazione partendo da una condizione svantaggiosa.

Nelle aziende, organizzazioni, enti e in una qualsiasi comunità, il fatto di appartenervi per molto tempo fa si che si perda pian piano la dimensione del soggetto a favore di una uniformità di comportamenti e azioni che limitano le possibilità di cambiamento. Sperimentiamo spesso quegli attimi in cui l’affermazione di una nostra idea coincide con l’attrito con colleghi o decisori. Capire i meccanismi capaci di far superare l’attrito e volgere le condizioni preesistenti a vantaggio del cambiamento può facilitarne l’effettiva realizzazione dei nostri scopi.

Durante il workshop si citeranno esempi di successo, punti chiave che agiscono sul cambiamento per aprire all’affermazione professionale. Il Design Thinking è il giusto strumento per cambiare e far cambiare gli altri. Il cambiamento in ogni sua declinazione ci proietta in una nuova dimensione, che risulta vincente quando si riesce a condividere la progettualità a rendere protagonisti tutti i soggetti coinvolti. I designer che hanno un approccio di questo tipo vedono aumentare le probabilità di effettivo funzionamento e utilizzo del progetto da 1:8 a 1:2.

Design Thinking

E il Service Design?

Il Service Design è una meta-disciplina che vive di un presente in continua evoluzione, di strumenti prestati da altri settori, ma anche di innumerevoli campi d’applicazione. In un’economia dove i sette decimi del PIL dei paesi Europei sono costituiti da servizi, diventa sempre più imprescindibile accettare l’idea che solo una progettazione consapevole può portare alla realizzazione di servizi in grado di produrre valore a doppio binario, a facilitare una sostenibilità a lungo termine degli stessi ed un effetto moltiplicatore di benessere sul territorio. Sono servizi: prestazioni mediche, controlli di sicurezza, operazioni bancarie, trasporti, la difesa di un diritto, il turismo. Quest’ultimo spesso fa da apripista, ma la nostra attenzione non sarà dedicata al settore specifico. Ci interessa capire i metodi, l’approccio e gli strumenti. Una volta interiorizzati potremo replicarli in infiniti progetti.

In uno scenario in cui la tecnica sovrasta le decisioni politiche ci sentiamo spesso inadeguati come soggetti che devono poterla comprendere per dominarla e utilizzarla a nostro vantaggio nella produzione di valore economico. Nella progettazione ottimale dei servizi non si può però prescindere dal considerare le soggettività delle persone che ne faranno uso. La tecnica è lo strumento.

Service Design

Gli attori che ruotano intorno al servizio non sono poi solo gli utilizzatori finali, ma anche gli operatori, i tecnici e i decisori. Chiunque abbia un interesse più o meno manifesto merita e necessita della giusta considerazione da parte del progettista. Tralasciare il coinvolgimento degli attori o farlo con modalità di comunicazione e intensità sbagliate pregiudica l’utilizzo della tecnologia e prelude ad un fallimento quasi certo. Il passaggio da un Design degli anni del boom economico in cui era sufficiente lavorare sull’ottimizzazione del processo ad un Design che considera l’utente come centrale nella progettazione acquisisce oggi un ulteriore scatto di valore: non è più sufficiente progettare con l’utente al centro, ma serve farlo “insieme” all’utente.

Uno degli errori frequenti è considerare il target nella progettazione di un servizio. Questo è limitante. È invece più funzionale lasciare aperto il contributo all’implementazione. Nella progettazione delle piattaforme digitali oggi si va sempre più nella direzione di un primo rilascio con caratteristiche di semplicità, scalabilità e implementazione successiva. Il motivo è definito proprio dall’utilizzatore finale che decreta il successo in quanto fruitore. L’oggetto, il prodotto nasce in un contesto diverso. Si progetta un oggetto con lo scopo di soddisfare un bisogno specifico. La progettazione di un servizio può avere lo stesso approccio, ma essendo immateriale, non staccabile ed esperibile solo contestualmente alla sua erogazione fino al momento della verità non è possibile conoscere le dinamiche di soddisfazione sensoriale.

È solo attraverso i feedback che i servizi possono essere implementati. Capiremo quindi come accettarli, come gestirli, come usarli a nostro vantaggio.

Informazioni di servizio

Il workshop di Design Thinking si terrà il 10 settembre dalle 9 alle 18 presso Lo-Studio, lungo la Via degli Dei a San Piero a Sieve. Introdurremo tra gli strumenti di Service Design in un workshop che prevede il coinvolgimento attivo dei partecipanti, il Blueprint rappresentazione visiva di condivisione e descrizione progettuale. Gli strumenti: Personas, Storyboard, Business Plan.

Il workshop si concluderà con meta-progetti pronti per essere presentati a decisori sul territorio del Mugello o di altre regioni oppure per costituire la base per iniziare una libera professione. Vi siete già segnati? Trovate il programma completo ed il prezzo qui!

Guest post by Adriano Toccafondi

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